I motori di ricerca sono in calo? Google dice di no

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Con l’avvento di ChatGPT e degli altri sistemi di intelligenza artificiale, l’uso della ricerca tramite Google è in calo?

A intervenire sul tema, negli ultimi giorni, è stato lo stesso colosso tecnologico, che ha voluto smentire pubblicamente le voci di un calo nel traffico di ricerca, affermando che i volumi di query continuano a crescere nonostante l’emergere delle tecnologie AI.

Il futuro dei motori di ricerca tradizionali

In un intervento che alcuni analisti hanno ritenuto essere piuttosto insolito per la sua tempestività, Google ha dunque voluto contrastare le recenti notizie secondo cui i motori di ricerca tradizionali starebbero subendo un calo di utilizzo. La dichiarazione di Google arriva non certo casuale, ma come risposta diretta a un dibattito che sta interessando l’intero settore tecnologico sul futuro delle ricerche online nell’era dell’intelligenza artificiale generativa. Una presa di posizione che rappresenta forse un tentativo di tutelare la propria posizione dominante nel mercato, in un momento in cui l’azienda sta affrontando forti pressioni legali che tecnologiche.

La questione è di fatto emersa nel contesto della causa antitrust intentata dal governo degli Stati Uniti contro Google, con testimonianze di voci autorevoli secondo cui gli utenti si starebbero allontanando dai motori di ricerca convenzionali a favore di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale. Affermazioni che hanno provocato preoccupazioni tra gli investitori, portando a una rivalutazione delle prospettive di crescita di Google.

Apple ci ha messo del suo

Ad intensificare il tutto ci ha pensato Eddy Cue, vicepresidente senior dei servizi di Apple, che ha dichiarato che per la prima volta l’uso dei motori di ricerca tra gli utenti del browser Safari ha registrato una flessione. Cue ha espresso la convinzione che questo fenomeno rappresenti l’inizio di un cambiamento tecnologico fondamentale che potrebbe ridefinire il modo in cui gli utenti accedono alle informazioni online.

Una simile valutazione ha immediatamente alimentato i timori sulla sostenibilità del modello di business di Google, tant’è che il prezzo delle azioni della casa madre Alphabet ha subito una drastica diminuzione del 7,51% in una singola giornata.

Google ha una tecnologia obsoleta?

Nella Silicon Valley e non solo si sta dunque diffondendo la percezione che la ricerca di Google rappresenti ormai una tecnologia del passato, come dimostrerebbe un recente report diffuso da Y Combinator, che ha evidenziato un calo stimato del 15% nel traffico di ricerca su Google, un fenomeno attribuito all’utilizzo crescente di strumenti di intelligenza artificiale sia nell’ecosistema Google che attraverso chatbot indipendenti.

Nel programma veniva sottolineato che per comprendere le tendenze future è necessario osservare il comportamento degli early adopter, e il fatto che numerosi professionisti della Silicon Valley stiano già utilizzando ChatGPT come principale fonte di informazioni rappresenta un segnale di come il mercato potrebbe evolversi, con Google Search che rischia di essere percepito come uno strumento antiquato.

La risposta di Google alle preoccupazioni del mercato

Ma è davvero così? Di fronte a queste critiche, Google ha scelto di rispondere con una dichiarazione essenziale e molto chiara. L’azienda ha infatti categoricamente smentito qualsiasi calo nel volume delle ricerche, affermando invece di continuare a registrare una crescita complessiva delle query, incluso un incremento di quelle provenienti da dispositivi Apple.

Google ha poi evidenziato come l’evoluzione del proprio motore stia ampliando le modalità di utilizzo e come l’implementazione di nuove funzionalità renderà la Ricerca Google sempre più versatile e utile per un numero maggiore di query, accessibile attraverso canali diversificati che includono browser, app Google, ricerca vocale e strumenti come Google Lens.

La dichiarazione di Google si conclude infine anticipando ulteriori innovazioni che verranno presentate durante l’evento Google I/O, che dimostrerà come il suo motore di ricerca si stia evolvendo per integrarsi con le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale.

Le implicazioni per il futuro della ricerca online

Appare comunque evidente come questa controversia – lungi dallo spegnersi – stia sollevando interrogativi molto seri sul futuro della ricerca di informazioni nell’era digitale. Anche se è vero che le soluzioni basate sull’intelligenza artificiale generativa offrono nuove modalità di interazione, rimane pur sempre da vedere se rappresentino una completa sostituzione dei motori di ricerca tradizionali o un’evoluzione complementare dell’ecosistema digitale.

La risposta di Google suggerisce che l’azienda stia adottando un approccio proattivo, integrando le tecnologie AI all’interno della propria offerta. Il vero problema starà ora nel convincere sia gli utenti che gli investitori che la sua piattaforma può continuare a evolversi e mantenere la propria centralità nel modo in cui accediamo alle informazioni, anche in un’epoca dominata dall’intelligenza artificiale.